SuperEagles

La nazionale di calcio nigeriana è conosciuta con il soprannome di Super Eagles (le Super Aquile) ed è una delle selezioni più rappresentative del continente africano grazie alle tre vittorie nella Coppa d'Africa (1980, 1994 e 2013) e alle cinque presenze alla fase finale dei Campionati Mondiali di Calcio (1994, 1998, 2002, 2010 e 2014). 

Olimpiadi

Il momento più alto a livello mondiale del calcio nigeriano è stata la conquista della medaglia d'oro ai Giochi Olimpici di Atlanta nel 1996 quando la squadra guidata dai giovani talenti Kanu, Babayaro, West e Babangida, Okocha, Ikpeba, Oliseh sotto la guida tecnica dell'olandese Jo Bofrère ebbe la meglio sulle più quotate Brasile in semifinale (Aldair, Bebeto, Rivaldo, Ronaldo, Dida, Flavio Conceicao e Juninho) e Argentina in finale (Ayala, Chamot, Zanetti, Sensini, Claudio Lopez, Simeone, Crespo e Ortega). 




Nel 2000 a Sidney, dopo un buon avvio, la Nigeria si è dovuta arrendere ai più quotati giocatori cileni guidati da Zamorano, e dopo la mancata qualificazione ad Atene 2004, la Nigeria nel 2008 ha di nuovo conquistato una medaglia, questa volta d'argento, contro l'Argentina di Messi, Aguero, Riquelme, Mascherano e Lavezzi che hanno avuto così modo di vendicare quanto successo 12 anni prima.

Coppa del Mondo

In Italia, il nome della Nigeria non era conosciuto fino al 1994 anno in cui prese parte al suo primo mondiale, quello disputato negli Stati Uniti d'America. Nella gara di esordio annichilirono la Bulgaria (che alla fine concluse il torneo al 4° posto) per 3-0, salvo poi venire sconfitti dall'Argentina del redivivo (e recidivo) Maradona. La vittoria per 2-0 con la Grecia permise alla Nigeria di chiudere addirittura al comando del girone D e nel turno successivo incontrarono proprio gli Azzurri.
Come sia andata a finire lo sappiamo tutti: una millimetrica rete di Roberto Baggio allo scadere tirò letteralmente giù dall'aereo la squadra allenata da Sacchi e nei tempi supplementari lo stesso numero 10 su rigore segnò definitivamente l'eliminazione della Nigeria dai Mondiali.



4 anni più tardi nel 1998, forti della sopraccitata vittoria olimpica, le Super Eagles si presentano ai nastri di partenza dei Mondiali di Francia non più come simpatica matricola, ma come possibile outsider. La gara di esordio è delle più proibitive, contro la Spagna di Raul, Hierro, Morientes e Luis Henrique ma la Nigeria non si fa intimidire e nonostante essere andata sotto per due volte, riesce sempre a pareggiare e a portare a casa una sorprendente vittoria per 3-2 grazie ad un siluro di Oliseh. Come nella predente edizione riesce a chiudere al primo posto il proprio girone, salvo poi fallire clamorosamente la prova di maturità e consacrazione definitiva nel calcio mondiale venendo letteralmente umiliata per 4-1 da una più cinica e meglio organizzata Danimarca.



Nel 2002 la Nigeria si presenta ai nastri della competizione nippo-coreana in condizioni psico-fisiche non proprio ottimali: dopo il terzo posto nella Coppa d'Africa disputata in Mali ci fu una sorta di ammutinamento da parte dei giocatori contro l'allora ministro dello Sport, Patrick Ekeji. A farne le spese furono il capitano Oliseh e Finidi, di fatto estromessi dalla nazionale e il tecnico Shaibu Amodu, sostituito a pochi mesi dall'inizio della competizione da Festus Onigbinde.
La Nigeria venne inserita oltretutto in un girone infernale con Argentina, Inghilterra e Svezia ed alla fine collezionò un misero punto contro l'Inghilterra venendo inevitabilmente eliminata.



Se molti pensavano che il Mondiale del 2002 fosse stato il punto più basso della recente storia della Nigeria, ebbene nel 2006 si è fatto anche peggio. La squadra, affidata inizialmente a Christian Chukwu, non riesce a centrare l'obiettivo della qualificazione. Dopo il pareggio interno con l'Angola, il suo posto viene preso da Augustine Eguavoen che quasi centra il miracolo ma il gol a 10' del termine realizzato da Akwa in Ruanda-Angola ha permesso invece alle Antilopi Nere di centrare la prima storica qualificazione alla fase finale dei Mondiali.

Il caos in casa Nigeria continua a farla da padrone: dopo la fallimentare gestione di Berti Vogts ed un breve interregno di James Peters, torna a sedersi sulla panchina delle Super Eagles Shaibu Amodu, e come nel 2002 il tecnico riesce a qualificarsi per i Mondiali 2010 (a fatica e con l'aiuto fondamentale del Kenia capace di sconfiggere la Tunisia) e a chiudere al terzo posto la Coppa d'Africa. Ironia della sorte, come 8 anni prima, il tecnico viene sostituito prima dell'inizio della competizione, questa volta dal tecnico olandese Lars Lagerbäck. Manca però troppo poco tempo e con poche amichevoli per poter conoscere la squadra, il tecnico (che deve fare a meno del talento del Chelsea, Mikel John Obi) si presenta con una rosa zeppa di attaccanti e troppo scoperta a centrocampo. L'esordio non è dei peggiori (sconfitta di misura con l'Argentina di Messi) e mette in luce un ottimo Enyeama. Il suicidio della Nigeria avviene nella gara successiva contro la Grecia: in vantaggio di un gol, è costretta a giocare in inferiorità numerica per la folle espulsione di Sani Keita venendo alla fine sconfitta per 2-1. Una vittoria con la Corea nell'ultimo incontro potrebbe ancora qualificare le Super Eagles, che però divorano occasioni su occasioni e non vanno oltre l'1-1. La mancata qualificazione agli ottavi di finali, segna la fine della carriera internazionale di Nwanko Kanu, l'ultimo dei ragazzi dell'età dell'oro della nazionale nigeriana iniziata nel biennio 1994-1996.